ASSOARTISTI, dopo l’audizione alla Camera, oggi anche al SENATO !

18.11.2020_Roma_AssoArtisti oggi in audizione anche al Senato alla 7^Commissione (istruzione, beni cluturali, sport spettacolo) per rappresentare le emergenze e le riforme per lavoratrici,  lavoratori ed imprese di spettacolo ed eventi.

“Stiamo assistendo inesorabilmente ad una vera e propria estinzione della nostra bella arte italiana – esordisce Elio Giobbi, vicePresidente Nazionale in audizione-  la musica, la cultura, gli artisti, le professionalità, le nostre aziende della filiera eventi e spettacoli. Dopo il miraggio della falsa ripartenza del 15 giugno, con investimenti da parte di artisti ed imprese nell’illusione che tutto si potesse aggiustare magari nel corso dei mesi, ora stiamo vivendo una nuova chiusura, senza prospettive.”

Il vuoto assoluto di artisti, imprese e pubblico ! -ha continuato – il 95% in meno di lavoro rispetto al 2019, il 30% di imprese dello spettacolo che hanno chiuso ed altrettanti lavoratrici e lavoratori che hanno cambiato lavoro. Abbiamo perso irrimediabilmente delle professionalità altamente specializzate e formate con anni e anni di corsi e di esperienze sul campo!”

AssoArtisti sostiene da sempre che il diritto alla salute va assolutamente tutelato, ma anche il diritto al lavoro e alla bellezza dell’arte e della cultura. Vengano quindi riconosciuti come BENI PRIMARI, perchè essenziali per la formazione dell’individuo e per il rafforzamento e la coesione della società.

“Il nostro è un settore particolare che ha caratteristiche particolari, merita quindi un’attenzione, nonché sostegni e riforme che siano appunto particolari ! -ribadisce Elio Giobbi – E allora nel Recovery Fund venga aperto un capitolo specifico e sostanzioso per il nostro settore! E’ vitale! E’ pur vero che se il nostro settore si trova in questa situazione, è anche perché le carenze e le criticità sono sicuramente strutturali e la pandemia forse le ha fatte venire a galla tutte. Ora però dobbiamo cercare di sopravvivere, sia con urgentissime misure emergenziali immediate, che con le riforme.”

Ecco allora alcune proposte presentate da AssoArtisti per lavoratrici e lavoratori:

-estensione della cassa integrazione in deroga e dei bonus per intermittenti e autonomi, non solo fino alla fine dello stato di emergenza, ma per almeno 3-6 mesi dopo, in quanto lo spettacolo ha bisogno di programmazione e prove…non pensiamo che quando sarà tutto finito, magicamente si tornerà come prima…nel nostro settore non è assolutamente cosi! (Quando riapre un bar, con tutto il rispetto per i pubblici esercizi, può tornare facilmente a fare un caffè, noi no !)

riconoscimento della NASPI non inferiore almeno alla soglia di povertà stabilita dall’ISTAT e utilizzata nel RdC (Reddito di Cittadinanza), senza riduzione del 3%, e riconosciuta anche in continuità di rapporto di lavoro.

-i famosi bonus per molti sono stati solo un vero e proprio travaglio: tipologie diverse di contratti hanno causato ritardi, domande di riesame, continue sollecitazioni…gli intermittenti sono tali perché è la peculiarità di questo lavoro che è discontinua…e l’INPS deve prendere atto tempestivamente di ciò che stabiliscono di volta in volta i DPCM…è inaccettabile che a fine novembre ancora diversi artisti e tecnici non abbiano percepito le casse integrazioni e bonus addirittura di maggio!

-Siano riconosciuti poi i contributi previdenziali per ogni mese di fermo lavorativo, attingendo, se necessario, dal tesoretto di 5.3 miliardi exEnpals confluito nell’Inps del quale anche il presidente Tridico ne aveva parlato recentemente.

Per le imprese AssoArtisti chiede una riforma che istituisca un SOLO semplice codice ATECO specifico per attività di spettacolo-cultura-eventi, affinché nessuno venga più escluso. Nel frattempo in audizione ha citato questi codici che non risultano essere compresi nel decreto “ristori” ma che riguardano anch’essi la cultura e il lavoro nello spettacolo e negli eventi:

43.29.09 (Altri lavori di costruzione e installazione nca, tra cui montaggio di palchi, stand e altre strutture simili per manifestazioni, installazione di impianti luci ed audio per manifestazioni).

70.21.00 (Pubbliche Relazioni e Comunicazione)

85.52.01 (Corsi di Danza)

90.02.02 (Attività nel campo della regia)

91.01.00 (Attività di biblioteche ed archivi)

91.03.00 (Attività di luoghi e monumenti storici e attrazioni simili)

91.02.00 (Attività di Musei)

Giobbi ha continuato ponendo un’attenzione particolare ai codici 93.29.90 (Altre attività di intrattenimento e di divertimento nca) e al 90.01.09 (Altre rappresentazioni artistiche) che sono tra quelli un po’ più usati dai tanti artisti che lavoravano per es. in dancing e discoteche, alle quali, essendo stata imposta la chiusura da marzo, è stato giustamente deciso un “risarcimento”  del 400%, allora sia estesa la stessa percentuale anche agli artisti che ci lavoravano e che chiaramente lo potranno dimostrare, come per es. le numerose orchestre da ballo italiane (delle vere e proprie imprese anche loro con mezzi e maestranze), oppure le tante band che facevano live durante la cosiddetta pre-disco, i dj, ecc.

Ha inoltre chiesto che tutti i fondi perduti siano parametrati a tutto il 2019, e non solo aprile-aprile. Il grosso del volume d’affari nello spettacolo avviene infatti da maggio a settembre, proprio il periodo in cui le imprese hanno perso invece anche il 95% rispetto all’anno precedente.

“E’ apprezzabile poi l’istituzione proprio qualche giorno fa dal MIBACT del tavolo tecnico per spettacolo, cinema e audiovisivo – ha continuato Giobbi in audizione –  così come i bandi extraFUS, ma ne sono vitali sempre di nuovi per tutta la filiera dello spettacolo e degli eventi”

 

AssoArtisti ha chiesto inoltre:

  • istituzione presso l’INPS di uno sportello “ad hoc” per lo spettacolo, con una competenza specialistica del settore per avere risposte concrete e puntuali.
  • l’attuazione di misure di defiscalizzazione a tutte le imprese del settore spettacolo ed eventi (quindi per gli organizzatori, le agenzie spettacolo, booking, management, editori e produttori musicali ecc), come per es.una sorta di “superammortamento” per chi ingaggia lavoratori professionisti. Cosi come misure di decontribuzione (come accade per alcuni settori nel “mezzogiorno”. Le risorse possono essere attinte sempre dal tesoretto di cui sopra) con esenzione totale almeno fino a tutto il 2021 per il nostro settore.
  • immediata liquidazione dei debiti che la P.A. ha nei confronti delle imprese ed organizzatori eventi o almeno che siano compensabili direttamente in F24.
  • Innalzamento della percentuale per Tax Credit e Art Bonus allargando a tutta la cultura e spettacolo, anche per tutti i corsi di musica, danza e arte, ma anche per acquisto strumenti musicali, per acquisto biglietti nei live, ecc.
  • Riattivazione “Bonus Stradivari”, sospeso ormai da 2 anni
  • Attivazioni di spazi specifici nei conservatori dove venga spiegato il mestiere dell’artista, quindi di come dovrà regolarizzarsi dal punto di vista fiscale e contributivo quando si entrerà nel mercato, così da conoscere i propri diritti, sia se vorrà essere un autonomo o un dipendente.
  • nelle scuole statali, altre ai soliti flauti e claviette, vengano invitati nelle aule dei musicisti che presentino dal vivo TUTTI gli strumenti musicali, e danzatori, attori, ecc che presentino le varie forme d’arte, con vere e proprie performance live in classe, così da valutare fin da piccoli le particolari attitudini di ogni bambino
  • Detrazioni fiscali, così come già previste per le spese mediche e per le attività sportive, per spese sostenute in spettacoli, cultura e corsi di musica e arte (es.18app).
  • esenzione IRAP per imprese dello spettacolo che ingaggiano professionisti. Le risorse si troverebbero già solo dall’emersione del sommerso!

“Se la cultura è un bene primario, allora fondamentale diventa anche l’abbassamento al 4% dell’iva sui prodotti video-fonografici (come già previsto per i libri ed editoria) nonchè sulle scuole di musica, di teatro, di danza e di tutte le arti. Per lo spettacolo dal vivo e per gli eventi sarebbe auspicabile la stessa aliquota ma almeno uniformare al 10%  tutti gli elementi della filiera, inclusa la vendita e il noleggio degli strumenti e delle attrezzature per lo spettacolo. Infine iva a zero laddove il committente non può detrarla, per es. comuni, proloco, comitati feste, parrocchie. Se l’iva è una partita di giro, in questi casi è inutile applicarla perché, essendo un costo ulteriore, talvolta scoraggia la fattibilità di migliaia di eventi, concerti, spettacoli.

Giobbi sottolinea poi come un po’ di ossigeno di liquidità per le imprese lo porterebbe per esempio anche la sospensione fino al 2021 dello Split Payment (il mancato incasso dell’iva quando il committente è una PA, insieme alla differenza delle aliquote pagate per i servizi connessi alla produzione degli eventi, o peggio ancora quando la PA è morosa, concorre ad aumentare la carenza di liquidità delle imprese produttrici degli spettacoli)

Ha elencato anche altre proposte c alcune delle quali fortemente condivise con tante altre realtà del settore e per la stesura delle quali Elio Giobbi ha lavorato alacremente su diversi tavoli nazionali:

  • istituzione di una piattaforma degli eventi, semplice e snella, anche da app, già attiva in Francia ed altri paesi, dove ad ogni evento si attribuirà un numero di protocollo, dalla festa privata al mega concerto, tutti protocollati! Da quel protocollo dovranno scaturire i nominativi degli artisti, dei dj, dei tecnici…di tutti coloro che lavoreranno a quell’evento. Scaturiranno anche le contribuzioni in base ai rispettivi contratti (siano essi autonomi o dipendenti o intermittenti o occasionali), i permessi per diritti d’autore e diritti connessi con invio quindi dei borderò digitali direttamente agli artisti, e i documenti fiscali relativi ai compensi. E’ prevista altresì una mappatura dei luoghi di spettacolo, anche quelli per l’arte di strada dove ogni comune mapperà location ed orari per potersi esibire. Potrà gestire anche albi o registri professionali, ancorchè non obbligatori, ma auspicati a gran voce sia dai professionisti che dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2007 sullo statuto sociale degli artisti. Così si potranno stabilire anche tariffe professionali minime in base alle disposizioni di legge. (Questa protocollazione servirà: per dare finalmente dignità e giusti diritti ai lavoratori, per l’emersione dal sommerso, per regolamentare chi ora si avvale del famigerato comma 188 di cui alla legge 296/2007, nonché per meri fini statistici con dati certi, unitari, completi !)
  • Possibilità per tutti i lavoratori autonomi dello spettacolo di potersi versare autonomamente i contributi sulla propria unica cassa contributiva, per qualsiasi lavoro facciano (spettacolo, insegnamento, incisioni, ecc), sia in Italia che all’estero, con partita iva agevolata come quella attuale (ad aliquota fiscale forfettaria del 5% sul 67% del fatturato), oppure a regime ordinario a seconda se si vorrà o meno la deduzione analitica delle spese.
  • Contribuzione quindi in un’unica cassa a prescindere dai contratti, che preveda anche assicurazione INAIL per tutti e considerando come misura delle prestazioni anche il montante dei compensi, non solo il fattore tempo.
  • Indennità per malattia, maternità, congedi parentali, infortuni e altre assenze con gli stessi requisiti per tutte le tipologie e contratti, e con accesso fin dal primo giorno di assenza. Urgente è poi una norma che riconosca ai lavoratori dello spettacolo il diritto all’indennità di malattia anche in caso di quarantena, propria o di un familiare.
  • reddito integrativo per i periodi di non lavoro, che valga anche per la pensione, un cosiddetto reddito di continuità, al raggiungimento di almeno 61 giornate in 24 mesi,
  • Riduzione dei requisiti minimi per la maturazione di un anno di anzianità assicurativa, considerando anche il montante delle retribuzioni e computando per la pensione anche i periodi di formazione, le prove, ecc
  • Estensione dell’assicurazione obbligatoria alle tante nuove figure professionali (autori e adattatori di testi, programmi e format teatrali, cinematografici e televisivi, direttori artistici, documentaristi, assistenti ai programmi e di studio, ecc.) che tra l’altro genererebbe sul piano finanziario un aumento di entrate contributive
  • Accordi contro la doppia imposizione fiscale per artisti all’estero e con procedure semplificate per la mobilità transfrontaliera degli artisti e professionisti dello spettacolo con la totalizzazione periodica dei contributi previdenziali versati all’estero e semplificazioni per distacchi di breve durata.

AssoArtisti rappresenta anche il mondo della Danza che va assolutamente riformata almeno considerando questi 3 temi: formazione, professione e finanziamenti.

Formazione: l’obiettivo generale dovrebbe essere quello di migliorare la qualità dei sistemi educativi, formativi e delle qualificazioni, aumentando la trasparenza e la leggibilità dei titoli rilasciati dalle scuole e dai centri di Alta Formazione Coreutica, attraverso un linguaggio comune dei risultati dell’apprendimento, uniformato a standard Europei. L’insegnamento delle discipline coreutiche dovrà quindi essere riservato solo ai formatori in possesso di tali certificazioni di idoneità dopo apposito esame.

Per la professione potrebbe essere utile l’iscrizione ai registri di cui alla Legge 4/2013 o di altro registro dei ballerini professionisti, al quale si potrà accedere dopo aver sostenuto un’apposita audizione tenuta da una commissione di esperti. Ciò, da un lato potrebbe garantire ai produttori di spettacoli coreutici un livello professionale minimo degli auditi, e dall’altro mettere in condizione il danzatore professionista nel veder rispettati i livelli dei compensi per la propria prestazione. Chiediamo altresì che vengano riconosciuti anche i periodi malattia infortunio maternità disoccupazione ecc. a tutto il gruppo A ai fini del calcolo del diritto e della misura, in particolare appunto per i ballerini e coreografi che oggi devono avere invece 2400 contributi versati tutti nella qualifica specifica, per il riconoscimento della pensione.

Finanziamenti: riguardo il FUS notiamo che tra le varie aree dello spettacolo dal vivo, da diversi anni, la danza è il penultimo settore nella graduatoria degli investimenti sostenuti dal Fondo. Nella considerazione e la speranza che dal Recovery found possa arrivare un cospicuo aiuto, per il prossimo triennio occorrerà un grosso finanziamento a tutto il settore coreutico che tenga conto di una adeguata ripartenza dove le compagnie ed i teatri dovranno almeno raddoppiare la produzione di eventi se vorranno arginare in parte lo choc finanziario causato dalla crisi pandemica. Ci vorranno quindi:

  • Finanziamenti mirati all’ espansione degli eventi, e la loro diffusione anche al di fuori dei contesti tradizionali.
  • Potenziare misure finalizzate alla formazione del pubblico, all’inclusione sociale ed al ricambio generazionale degli artisti.
  • Prevedere maggiori forme di finanziamento e d’intervento verso compagnie teatro e danza, anche quelle extraFUS
  • Finanziare strutture di formazione professionale affinché elaborino progetti dedicati ai giovani.
  • Potenziare il finanziamento delle tournée all’estero delle compagnie
  • Favorire lo scambio culturale tra Paesi EU ed extra EU attraverso un periodo formativo per gli studenti da svolgersi nei loro centri di Alta Formazione Artistica.
  • Ricostituzione dei corpi di ballo nelle fondazioni lirico-sinfoniche

“Auspico una riapertura quanto prima di teatri cinema e sale da concerto -ha continuato Giobbi- considerata anche la grandissima competenza e garanzia che gli organizzatori sanno dare da sempre su sicurezza, distanziamenti e contingentamenti. Ma nel frattempo proponiamo di riaprirli fin da subito per offrire gratuitamente uno spazio agli artisti, che potrebbero così produrre spettacoli da trasmettere “on demand” e sui social, così chi vorrà sostenere il settore, potrebbe contribuire acquistando per es. un biglietto per queste dirette. Gli artisti riceverebbero anche un minimo di compenso, ma la cosa principale è che avrebbero un palcoscenico su cui esibirsi, elemento vitale per loro. Auspicabile anche l’istituzione di un diritto di “estemporizzazione” per tali esibizioni. Questo però non dovrà mai sostituire il live, quando si ripartirà. Piuttosto integrarlo. Non rischiamo che il pubblico del live si disaffezioni o cambi abitudini. Agli artisti non piace vivere solo di sussidi, ma soprattutto di lavoro e di pubblico!”

“E allora creiamo anche nuovi spazi in RAI e canali specifici – ha sottolineato concludendo l’audizione– così da dare più luce a musica, danza, teatro, autori, cultura tutta, alternando big a giovani emergenti; servirebbero almeno a far maturare diritti d’autore e a tener vivo nel pubblico la bellezza delle emozioni che solo lo spettacolo dal vivo può donare! Siano trasmessi spettacoli e concerti live, ma dove si possa dare risalto anche ai backstage. Siamo abituati a vedere muratori, metalmeccanici, operai, mentre lavorano, ma raramente vediamo cosa succede dietro le quinte di un teatro, di un concerto, di un film…l’apprensione, l’emozione, le prove, la preparazione di un artista o di un tecnico che darebbe  l’anima affinchè, quando si apre il sipario, i nostri cuori possano emozionarsi!”

QUI L’INTERVENTO COMPLETO DI ELIO GIOBBI