Basta tagli alla cultura – Assemblea al cinema Adriano

cinema_manifestazione 22.11.2010

 

Giulio Scarpati: «Fondamentali gli sgravi fiscali» e «Le produzioni all’estero tolgono possibilità di guadagni»

  • Giulio Scarpati: «Fondamentali gli sgravi fiscali» e «Le produzioni all’estero tolgono possibilità di guadagni»
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     Ennio Fantastichini al cinema Adriano (Omniroma)ROMA – Tutto esaurito al cinema Adriano dove campeggia uno striscione “James Bond operazione tagli”, per l’appuntamento romano di protesta contro i tagli alla cultura previsti dalla Finanziaria 2011 e il mancato rinnovo degli sgravi fiscali. Come già nelle precedenti proteste, compresa quella sul red carpet del Festival del cinema di Roma dello scorso 28 ottobre, c’erano tutti, attori, registi, produttori, autori, tecnici, sindacati. Tutti riuniti nel movimento “Tutti a casa”. che nelle settimane scorse aveva lanciato la proposta di una giornata di sciopero dei circa 250mila lavoratori del mondo dello spettacolo, con tanto di cinema, teatri, sale da concerto e circhi chiusi.

    «FONDAMENTALI GLI SGRAVI FISCALI» – Tanti gli attori: Giulio Scarpati, Valerio Mastandrea, Ennio Fantastichini con il cartello «Basta tagli alla Cultura», Caterina Guzzanti, Carlotta Natoli, Massimo Ghini, Giorgio Tirabassi, Fabrizio Gifuni, Fabrizio Bentivoglio, Emilio Solfrizzi. Tanti i registi: Marco Tullio Giordana, Paolo Sorrentino (che sta girando il suo This must be the place con Sean Penn in Michigan, dove gli sgravi fiscali arrivano al 40%), Ettore Scola, Mimmo Calopresti, Marco Risi, Giuseppe Piccioni, Massimo Martelli. Giulio Scarpati presidente dell’associazione attori riassume le motivazioni dello sciopero: «In questo settore non ci sono regole e così è più facile l’assistenzialismo e clientelismo. Fondamentali sono gli sgravi fiscali per chi investe nel cinema col rifinanziamento dei tax credit e tax shelter. Il ministro Bondi ha dato la sua disponibilità ma questi interventi vanno messi in atto da subito. E ancora fondamentale è bloccare la delocalizzazione delle produzioni cineaudiovisive all’estero».

    La protesta sul red carpet  La protesta sul red carpet     La protesta sul red carpet     La protesta sul red carpet     La protesta sul red carpet     La protesta sul red carpet     La protesta sul red carpet     La protesta sul red carpet

    «GIRARE ALL’ESTERO LEVA GUADAGNI IN PATRIA» – Continua Scarpati: «Il fatto che si girino all’estero fiction e altri film con fondi pubblici, come quelli della Rai, significa togliere al settore una possibilità di guadagno. Basti solo considerare che su 220 giornate lavorative dello scorso anno, il 60 per cento sono state all’estero. È un momento di grande crisi: dietro la mia faccia nota ci sono tanti giovani attori che sono a spasso. Io mi faccio interprete dei loro bisogni. Si contano 250mila lavoratori nell’audiovisivo, ma l’indotto è ancora più ampio. Noi siamo i titoli di testa ma nei titoli di coda c’è gente che lavora».

     

     Un momento dell'assemblea all'Adriano (Jpeg)

     

     Un momento dell’assemblea all’Adriano (Jpeg)SCOLA: «STOP AL CINECIDIO» – Ettore Scola, parla di «cinecidio» che «continua, premeditato di questo governo, ora si tratta di resistere. Ci vorranno dieci anni per sanare i danni che stanno provocando». Incalza Massimo Ghini: «Non sono solo 250 mila lavoratori, 17 mila società che rischiano di non lavorare più. Il comparto dei lavoratori che gravitano in settori che hanno a che fare con la cultura sono almeno tre milioni e duecentomila. Un’industria che produce prototipi eccellenti. Questo governo ama dipingere la gente del cinema come dei parassiti di lusso, dei buffoni che rubano soldi agli italiani. In verità siamo noi i primi a dire che il sistema di finanziamento va cambiato e modernizzato, allargando le possibilità date dagli sgravi fiscali, un sistema che anziché svuotare le casse dello stato, le riempie. Ma per allinearsi all’Europa bisogna far sì che il Fus – il fondo unico per lo spettacolo, ndr – sia degno del suo nome». Sulle stesse posizioni anche Fabrizio Bentivoglio: «Manifestazioni come quella di oggi sono doverose, non si capisce perchè ci vogliono uccidere. Perchè, invece di favorire un’industria che produce profitti, si tagliano i fondi pubblici e si impedisce ai privati di entrare».

     

     Mimmo Calopresti e Paolo Sorrentino (Jpeg)

     

     Mimmo Calopresti e Paolo Sorrentino (Jpeg)Tra la folla dei volti noti e sconosciuti anche Caterina Guizzanti: «Sono qui perché bisogna dare l’idea che siamo uniti, pur con le diverse anime e punti di vista. Il nostro in genere è un lavoro da individualisti, a volte pure egoisti, ma è un lavoro che coinvolge tantissime professionalità diverse. Quando non ci sono progetti in corso a rimanere a casa sono gli attori, i registi, e i tantissimi professionisti – tecnici, montatori, elettricisti, parrucchieri, artigiani superspecializzati che rischiano di non lavorare più». C’è anche chi sciopera a distanza, come Sabrina Impacciatore, che interviene alla conferenza stampa di presentazione della serie Due mamme di troppo. «Voi mi vedete ma io non sono qui in realtà: sto scioperando e sono virtualmente con i miei colleghi al Cinema Adriano». Dopo aver letto il comunicato diffuso dal sindacato degli attori Sai (Sindacato Attori Italiani) a nome del cast artistico e tecnico, l’attrice ha sottolineato che «abbiamo una generazione di registi che può far brillare l’Italia come nel passato, ai tempi di Monicelli, Risi e Fellini, ma i tagli spesso costringono a delocalizzare in Bulgaria, Romania e Argentina, facendo perdere alle maestranze italiane giornate di lavoro».

    intervento al TG3 di Gabriele Altobelli, presidente nazionale Assoartisti